Corrado, 40 anni. Metà fuori dalla sua terra. Laurea al DAMS, passione per la foto, tentativi di vivere artisticamente, conti con l’affitto, le bollette, le spese quotidiane. I sogni si offuscano, occorre sistemarsi. Un lavoro in ufficio, pagato bene. La fotografia come hobby nel tempo libero. La nostalgia di casa e dei posti in cui è cresciuto. Il legame con il mare, Molfetta nel cuore, come un elastico che allontana e avvicina.
La buona situazione economica non fa vibrare l’anima. Il desiderio da ragazzo: portare fuori la propria città, senza esserne fuori. Corrado decide di tornare e scatta.
Nelle sue foto, Molfetta è una città blu come il mare che la rende bella. Anche quando non riesce a prendersene pienamente cura. E nonostante i singhiozzi all’iprite per le bombe ingoiate. Quel mare che un tempo era solcato da una delle più importanti flotte e ogni famiglia aveva un marittimo tra i parenti, come il papà di Corrado.
Nei rientri periodici in patria, vede la città in espansione, a danno della campagna. Da bambino gli ulivi erano la spensieratezza e i supporti per le amache, oltre che simbolo di pace, con cui dar ragione alle insegne di benvenuto “Molfetta città della pace”. Un ulivo importante, tra l’altro, è stato piantato da don Ciotti, in occasione della 48^ Marcia nazionale per la Pace. Corrado c’era. Forse allora ha capito che poteva ricominciare.
Sa che in vent’anni la città ha cambiato immagine ed estensione, ma il desiderio di tornare a viverla e abbracciarla è forte. Adesso cammina con l’aria di chi si sente a casa a modo suo: fotocamera alla mano e cuore aperto. Perché Molfetta è creativa, ha generato o accolto artisti, musicisti e profeti (alcuni laici e altri quasi santi). Corrado andava nella scuola media intitolata a Corrado Giaquinto, pittore settecenesco. Partecipava alle processioni pasquali per ritrarre le statue del Sabato Santo realizzate dallo scultore Giulio Cozzoli, invidiate da molti. Aveva immortalato Riccardo Muti e Caparezza nei concerti. Aveva raccolto le testimonianze su Gaetano Salvemini e Beniamino Finocchiaro. Era rimasto sorpreso del legame di Innocenzo VIII con Molfetta. Inoltre, ragazzino, aveva avuto modo di giocare a pallone con don Tonino Bello, il “profeta dell’oltre”.
Le luci e le ombre di Molfetta oggi finiscono nelle istantanee di Corrado, che ormai è promotore turistico, cura siti e riviste, tiene convegni in giro per l’Italia per la valorizzazione dei patrimoni locali. Adesso viaggia per raccontare agli altri che è possibile restare e sempre mostra gli scatti del cuore: i tuffi nel porto per accogliere la Madonna, nella speranza di una grazia e di un posto di lavoro per non migrare.
PROMOTORI
IN COLLABORAZIONE CON
<< indietro
Se un giorno all'improvviso
Il ritorno a volte รจ per sempre
Classe 1988. Nata e cresciuta a Molfetta, fa del caos una dimensione esistenziale: lo considera davvero il grembo per una stella che danzi. Laureata in Lettere, crede nel potere delle parole. Legge per viaggiare, scrive per esistere, mette al centro persone e sogni (propri e altrui). È convinta che nessun terreno sia troppo arido per coltivare idee culturali, occorre solo un po’ di sforzo in più.